Dal 27 settembre torna a Torino il Festival delle Migrazioni: diritti e accoglienza al centro del dibattito culturale, tra incontri, testimonianze e tanto teatro.
Il Festival delle Migrazioni torna a Torino dal 27 settembre al 2 ottobre e anche quest’anno si svolge in vari luoghi della città, tra l’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli, la Scuola Holden, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Teatro Valdocco e il Giardino Pellegrino a Borgo Dora.
La manifestazione è ideata e organizzata dalle compagnie teatrali A.M.A. Factory, AlmaTeatro e Tedacà, che rivolgono un invito collettivo a incontrarsi per riflettere sulle resistenze culturali, sulla convivenza, sui concetti di comunità e accoglienza: protagonista è il dialogo tra persone di diverse provenienze che da anni sono residenti in Italia, ma soprattutto i migranti, intesi come soggetti attivi del nostro territorio.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Spettacoli e impegno civile
Il teatro si conferma il cuore pulsante del Festival delle Migrazioni, contando nell'edizione 2022 il record delle proposte sul palcoscenico: sono otto, infatti, gli appuntamenti con protagonisti internazionali, tra monologhi, performance e spettacoli corali.
Sono attesi, tra gli altri, Alberto Boubakar Malanchino (presenza fissa nel cast del successo televisivo Doc - Nelle tue mani), con lo spettacolo Sid. Fin qui tutto bene, storia di un ragazzo annoiato dalla vita che si racconta in un monologo battente mentre si allena in carcere come boxeur; lo spettacolo Love’s Kamikaze, diretto da Mila Moretti e ambientato a Tel Aviv nel 2005, che racconta l’amore tra l’ebrea Naomi e il palestinese Abdul, nel tentativo di confrontarsi con le rispettive civiltà di appartenenza; e ancora Storie fragili, di Olga Kalenichenko, con protagonisti bambini russi e ucraini.
Il festival dialoga anche con l’arte attraverso la mostra E coglieremo i saperi delle nostre resistenze, la prima personale in Italia dell’artista peruviana Daniela Ortiz, in corso alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: dipinti, ricami e installazioni per raccontare le Resistenze delle donne nei luoghi post-bellici e coloniali.
Storie dal mondo, tra conflitto e informazione
Il festival dedica spazi di approfondimento al tema delle migrazioni, anche da un punto di vista giornalistico o accademico, mettendo in relazione docenti, giornalisti e addetti ai lavori.
Tra gli ospiti, Cecilia Sala, giornalista e autrice del podcast Stories (attraverso il quale racconta una storia dal mondo ogni giorno) con un incontro sul rapporto tra guerra e informazione, coordinato dal documentarista Davide Demichelis. Insieme a Emanuele Giordana, inviato di guerra, e Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, verrà tracciata una mappa dei conflitti aperti (e dimenticati).
Due gli incontri realizzati in collaborazione con Torino Spiritualità: Torino città del dialogo, sulle criticità e risorse di una molteplice convivenza, che si definisce anche attraverso l’incontro interreligioso, con Valentino Castellani (presidente Comitato Interfedi); mentre di vite spese a prendersi cura degli altri discutono Cecilia Strada e l'ex magistrato Gherardo Colombo.
Il cibo come arricchimento culturale
Confermato anche quest’anno l’appuntamento con la Cena delle cittadinanze: una lunga tavolata allestita nel cortile di San Pietro in Vincoli per condividere il cibo portato da casa o i piatti proposti dalle cucine dal mondo presenti al festival, vivendo l’emozione di un momento conviviale.
Il cibo è anche al centro dell’evento realizzato in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Sguardi e metafore su cibo e migrazione, in cui si approfondiranno aspetti quali i cambiamenti climatici e la migrazione, ma anche la gastronomia come terreno di incontro e arricchimento culturale.